Cipollitti nel mondo

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Origini della famiglia

 

Il nome della Famiglia Cipollitti compare per la prima volta in un documento della Chiesa di Pescina, che cita Arcangelo Cipollitti (figlio di Giuseppe Cipollitti) nato il 1° Novembre 1738. Per ciò che è possibile ricostruire, da Arcangelo nacque Francesco Antonio Domenico (1738). Quest'ultimo, Antonio, sposa Giulia Talopitto e dalla loro unione nasce nonno Venanzio Cipollitti (1884). Nonna Luisa, figlia di Nunzio Di Mascio e Maria Celeste Ciciotta, nasce nel 1887, anche lei a Pescina. Le famiglie dei nonni erano di origine contadina, gli uomini lavoravano i fertili campi vicini al Lago del Fucino mentre le donne si occupavano della famiglia e lavoravano in casa come filatrici.

 

Nascita dei nonni

 

Nonno Venanzio nasce il 1 Marzo 1884 alle ore 17 in via Merzara, una strada del paese vecchio, attualmente scomparsa dalla topografia di Pescina. Nonna Luisa nasce alle 16 del 23 Gennaio 1887. All'epoca in cui nascono i nonni, Pescina era un paese di circa 2000 abitanti, prevalentemente dedicati all'attività agricola. L'avvenimento più significativo, che ha cambiato la vita della "Marsica" dove si trova Pescina e' il prosciugamento del Lago del Fucino, iniziato nel 1854 e durato ben 22 anni, fino al 1876.

 

Matrimonio dei nonni, ingresso nelle Ferrovie dello Stato

 

Durante l'infanzia i nonni frequentano la scuola e imparano a leggere ed a scrivere. Terminate le scuole, entrambi, iniziano a lavorare con le famiglie nei campi. Si sposano il 5 Dicembre del 1907,, quando nonna ha l'età di 20 anni e nonno 23. Nel 1910 nonno Venanzio vince il concorso per le Ferrovie dello Stato e viene assegnato come guardia barriere presso il casello ferrioviario Nr. 130 della linera Roma-Pescara, situato a pochi chilometri dalla stazione di Pescina e tuttora funzionante. Nel 1908 nasce  il primo figlio, Tonino, che muore dopo pochi mesi di vita. Nel 1910 nasce il secondo figlio, al quale mettono lo stesso nome del primogenito deceduto, Tonino. A distanza di due anni, nel febbraio del 1912, nasce Giulio che purtroppo morirà a soli tre anni, durante il terremoto di Pescina; nel 1913 nasce il quarto figlio Prezzemolini (Ini).

 

Terremoto di Pescina

 

Il 13 gennaio del 1915 un terribile terremoto, che viene ricordato come uno dei più tragici nella storia d'Italia, colpisce tutta la regione della Marsica provocando 27.000 vittime. In quel tragico giorno i nonni si trovano presso il casello ferroviario Nr. 130, Tonino e Ini sono con loro, tutti e quattro riescono a salvarsi, mentre il piccolo Giulio, che è rimasto in casa della zia a Pescina, perde la vita nel crollo degli edifici. Subito dopo il cataclisma nonno Venanzio viene trasferito a Sulmona, la famiglia va ad abitare nella zona della Stazione Vecchia; nell'Ottobre dello stesso anno, 1915, nasce, a Sulmona, un altro bambino che viene chiamato Giulio in memoria del fratellino appena scomparso.

 

La famiglia diventa numerosa

 

Nel 1917, durante la prima guerra mondiale (1915-1918) nasce il sesto figlio, Nino. Nonno Venanzio non viene richiamato alle armi e continua a prestare servizio in ferrovia. La famiglia va a vivere in una casa in campagna, Contrada Ara Bona, dove c'é più spazio per ii bambini e maggior benessere con l'orto e il pollaio per sfamare i figli che continuano ad aumentare. Nel 1919 nasce finalmente la prima figlia femmina Vedimira; nel 1921 nasce l'ottavo figlio Ottavio; nel 1923 nasce Edio e nel 1925 nasce la seconda figlia femmina, Maria, che morirà dopo aver compiuto un anno a causa di una malattia. Nel 1927 nasce Mario e nel 1929 nasce l'ultimo figlio, Didio. Dopo 22 anni di matrimonio la famiglia e' composta dai nonni e da 9 figli vivneti.

 

Acquisto della casa di Sulmona in Via Cesare Battisti nr. 11

 

Nel 1933 i nonni comperano una casa moderna al centro di Sulmona. Si tratta di un grande passo in avanti per la famiglia, non solo per l'acquisto della proprietà, ma per la comodità di avere una serie di servizi come acqua, elettricità, sala da bagno; inoltre i ragazzi che frequentano le scuole superiori e i figli grandi che hanno già un lavoro non sono costretti a fare lunghi percorsi a piedi o in bicicletta per recarsi in città. Nello stesso anno si sposa il maggiore dei figli, Tonino, che lascia la casa paterna. Nel 1934 nasce la prima nipote, Ladi, che dà inizio alla seconda generazione. Quando in Italia comincia la seconda guerra mondiale, nel 1940, i figli sposati sono già due, Tonino e Ini, quest'ultimo vive nel vicino comune di Prezza; la seconda generazione comprende già quattro nipoti, Ladi, Annamaria, Franco e Fernando.

 

La famiglia durante la seconda guerra mondiale

 

Degli otto figlli maschi, ne vengono inviati al fronte cinque.

Tonino è esonerato dalla chiamata alle armi perchè svolge un lavoro di pubblica utilità come conduttore fuochista nelle Ferrovie dello Stato. Ini è trasferito in Africa settentrionale dove contrae una grave malattia che lo toglie alla vita giovanissimo; muore in patria, nel giugno del 1941, lasciando un figlio di due anni ed un altro ancora nel grembo materno. Giulio è richiamato alle armi nel 1940, mentre già lavorava in ferrovia, viene spedito in zone di guerra in Francia e in Albania; si sposa a Pescina durante una licenza dal fronte. Nino che ha già partecipato alla guerra di Spagna, resta in Italia e presta servizio presso una caserma di Parma. Ottavio viene chiamato alla leva nel 1940, prende il brevetto di paracadutista e nei primi mesi del 1942 viene inviato al fronte in africa settentrionale; partecipa alla battaglia di El Alamein, seguita dalla lunga ritirata delle truppe dell'Asse; viene preso prigioniero dall'esercito inglese in Tunisia, resta in Egitto fino al rimpatrio in Italia nel 1946. Edio è chiamato alle armi nel 1942 nella motorizzazine dell'esercito, mandato in Tunisia come motociclista porta-ordini, viene preso prigioniero dalle truppe americane e portato negli U.S.A, al campo di concentramento di Boston; nella stessa città vive lo zio Luigi, fratello di nonna Luisa; rimpatria nei primi mesi del 1946. Il giovane Mario e' rastrellato dalle truppe tedesche e condotto in località di alta montagna per togliere la neve e fare strada ai militari tedeschi, dopo la ritirata torna a Sulmona. Didio, il figlio piu' piccolo, è l'unico che resta in casa con la sorella e i genitori. Durante i forti bombardamenti di Sulmona, ad opera degli inglesi, seguiti dalle rappresaglie dei tedeschi, la famiglia vive momenti molto difficili, tanto che Mira preferisce trasferirsi a Pescina presso la casa della sorella di nonna Luisa, zia Bernardina.

 

La famiglia lascia Sulmona

 

Nell'immediato dopoguerra, nel 1947, parte Edio diretto in Venezuela, a Caracas; dopo circa due anni lo raggiungono prima Nino e poi Mario. Entrambi tornano in Italia dopo alcuni anni. Edio è  l'unico figlio che espatria definitivamente, creando una famiglia numerosa all'estero. Anche i figli di Ini si trasferiscono con la madre negli Stati Uniti, a Niagara Falls, dove tutt'ora risiedono. Tonino e Giulio, entrambi nelle Ferrovie, sono trasferiti a Roma con le famiglie; Ottavio prende lavoro nella capitale nel 1947, si sposa nel 1950 e si trasferisce definitivamente a Roma dopo il matrimonio. Mira segue il marito a Roma, con lei si trasferiscono anche i genitori, Venanzio e Luisa, ed il fratello più giovane, Didio. Nell'anno del Giubileo, 1950, tutti i componenti della famiglia restata in Italia si trova a Roma. Nonno Venanzio si reca a Sulmona per ritirare la pensione e lì muore il 24 Febbraio del 1951. Nel 1952 si sposa la prima nipote della seconda generazione, Ladi; l'anno dopo nasce il primo pro-nipote Angelo Calabrese. Mentre la terza generazione è già cominciata, la seconda continua a svilupparsi con i nipoti più giovani, figli di Ottavio, Edio e Mario. Alla fine degli anni settanta Didio si trasferisce a Los Alngeles dove tutt'ora risiede. Negli utlimi trent'anni del secolo abbiamo perso la nonna Luisa, deceduta nel 1973, lo zio Giulio morto nel 1981, lo zio Tonino nel 1998 e lo zio Edio scomparso nel 1998. Tristemente abbiamo perso anche giovani nipoti della seconda e terza generazione: Elide Cipollitti morta nel 1962 e Stefano Calabrese scomparso nel 1983.

 

Gli anni 2000

 

All'inizio del 2000 la famiglia Cipollitti conta 5 fratelli della prima generazione viventi (tra cui una sorella); 22 nipoti della seconda generazione di cui 20 hanno per cognoome Cipollitti; 45 pro-nipoti della terza generazione e 9 bambini figli dei pro-nipoti. Complessivamente, dall'unione di Venanzio e Maria Luisa, sono stati generati 77 discendenti diretti. Inoltre ci sono 34 parenti acquisiti viventi (consorti). I discendenti diretti sono sparsi in varie località dell'Itallia, degli Stati Uniti, del Sudamerica e dell'Europa. Il fatto di essere sparsi nel mondo ha impedito a molti di incontrarsi; il desiderio di conoscersi e di rincontrarsi ha suscitato l'idea di creare un grande incontro a Roma, nell'anno del Giubileo 2000. E cosi e' stato.....


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