Cipollitti nel mondo

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La famiglia di Tonino e Adriana

 

Mamma veniva da Pesaro, una città delle marche che suo padre aveva lasciato per motivi di lavoro. Il nonno lavorava all'Unes, una società di produzione di energia idroelettrica,, ed era stato trasferito in Abruzzo dove si stavano costruendo nuove centrali, data la ricchezza delle acque provenienti dalle alte montagne dell'Appennino. A Sulmona aveva incontrato papà, di un anno più grande di  lei, ( mamma aveva allora diciannove anni), ed era stato subito un grande amore. Si sono sposati anni dopo e in dieci anno hanno avuto cinque figli. La loro è stata una vita serena, anche se attraversata da grandi prove. Ricordo gli anni duri della guerra quando, a causa dei frequenti bombardamenti, fummo costretti molte volte a lasciare la casa e la città. Noi figli eravamo tutti piccoli e mamma e papà avevano difficoltà anche a procurarsi gli alimenti per noi, in un periodo in cui mancava tutto. E poi la prova più terribile: la perdita della più piccola della famigllia, all'età di diciotto anni. Il trasferimento a Roma è avvenuto nel 1956, per dare la possibilità a noi ragazzi di studiare all'università o di trovare comunque migliori sistemazioni. Nel 1993 incorrevano i sessant'anni del matrimonio di mamma e papà, cosicchè abbiamo organizzato una festa bellissima per le loro nozze di diamante, alla quale hanno partecipato tutti i figli, nipoti e pronipoti. Siamo sempre stati una famiglia unita e lo siamo ancora adesso che i nostri cari da qualche anno ci hanno lasciati.

"Anna"

La famigllia di Ini e Domenica

 

Ini Cipollitti è nato nel 1913. La sua professione era scultore. Il 18 Dicembre del 1930 ha sposato Domenica Flaviani di Prezza, in Abruzzo. Ha prestato servizio nell'esercito nel 1939 e ha partecipato alla seconda guerra mondiale. E' morto il 10 Luglio del 1941 mentre serviva la sua nazione. Ha lasciato i suoi figli ancora piccole, Fernando di 18 mesi e Dante due settimane piu' grande. Domenica si e' risposata con Giovanni Di Gregorio, per poi migrare in America nel 1951, in Niagara Falls,, New York, dove risiedono tuttora. Hanno avuto sette figli: Giuseppe, Roberto, Antonio, Florinda, MaryAnna, Joanna e Riccardo. Giuseppe all'età di venti anni è morto durante la guerra in Vietnam. Roberto morì improvvisamente nel 2000, all'età di 48 anni. questi due grandi lutti nella nostra famiglia hanno lasciato ferite profonde, ma meravigliosi ricordi della nostra infanzia. Fernando sposa Stella Mele l' 8 Aprile del 1961. Essi hanno tre figli: Jennifer, Joanna e John. Jennifer ha sposato Carmen Caggiano e hanno avuto due figli: Carmen III e Charon. Joanna ha sposato Michael Merletti (Pediatra) e hanno avuto una sola fifglia: Catherine. John e' single e lavora per la Tower Group internatinal come auditore finanziario. Fernando è stato nel mondo dei supermercati ed ora e' in pensione. Ama le corse dei cavalli e passa il suo tempo con i suoinipoti. Dante ha sposato Donna Zimmermaker il 26 Agosto del 1967. Hanno due figli: Michael e Matthew. Michael ha recentemente sposato Carrie D'Agostino e lavora nel ristorante di famigllia. Matthew e' single ed e' vice scheriffo nel Dipartimento dell Sheriffo della contea di Niagara Falls. Dante e Donna hanno attuallmente un ristorante italiano, il DANTE'S. A Dante piace la politica ed è consulente per un casinò indiano.

 

 

La famiglia di Giulio e Aquilina

 

 

Il 25 ottobre 1925, nasce a Sulmona, in Abruzzo, un bambino di nome Giulio in una famiglia di modestissime risorse economiche, ma con il baluardo della fierezza dell’onestà e della bontà. Caratteristiche che il padre di Giulio, Venanzio – Giuseppe Cipollitti, saldò ancor di più passando da contadino a Ferroviere nella Stazione di Sulmona. Cresciuto dentro una famiglia numerosa, nove figli, ha imparato subito l’arte di arrangiarsi: chi si svegliava prima, si vestiva e mangiava, chi più tardi poteva non trovare i pantaloni o il pane. L’adolescenza, sempre fra mille difficoltà e stenti, si è scontrata sicuramente tra la volontà di fare con le crude realtà dell’epoca. La scuola diventa un breve e fugace periodo subito sostituito dal lavoro. Si fa di tutto, ma quello che diventa quasi un mestiere definitivo è l’imbianchino o pittore di soffitti particolarmente lavorati che Giulio riesce a fare molto bene anche insieme al fratello Tonino più grande.

Arriva il momento della fortuna, Giulio Cipollitti viene assunto come Ferroviere a Roma Tuscolana e improvvisamente un buon salto di qualità di vita. In quel periodo, infatti, fare il Ferroviere significava avere una occupazione stabile, statale e socialmente ben rispettata. Ma la vita lavorativa da Ferroviere nella grande città di Roma ha breve durata. Un impensabile ed improvviso evento coinvolge il giovane, tenace e baldanzoso Giulio che viene chiamato alle armi per difendere il Paese nella seconda guerra mondiale.

Le strade diventano tortuose e la vita militare lo porta a percorrere nuove nazioni, quasi tutte nei Balcani per essere poi preso prigioniero dai Tedeschi che lo detengono per tre lunghi anni in un campo di concentramento in Germania.

E’ qui che si riaffaccia con caparbietà la grande voglia di vivere e per sopravvivere in quel luogo di miseria e disumanità, Giulio rispolvera il suo primo mestiere, quello di arrangiarsi. Non era facile sfamarsi con un semplice brodino con cui i tedeschi davano da mangiare ai prigionieri, ed allora con grande coraggio un gesto pazzesco: “si rovesciava l’acqua bollente su una mano” perché in infermeria almeno c’era la possibilità di avere anche una patata. All’improvviso a lenire la grande sofferenza del campo di concentramento interviene la sorte: i tedeschi per far circolare le loro armi hanno bisogno di utilizzare e di personale specializzato. Giulio, in quanto Ferroviere, viene chiamato a fare il “fuochista” sulle locomotive a vapore, ovvero a mettere carbone nella caldaia. Finalmente la fine della guerra.

Giulio ritorna a Pescina dove aveva lasciato la moglie Aquilina Antonangeli appena sposata ed incinta; la sorpresa per lui fu doppia: insieme alla cara moglie trova anche la piccola Maria Antonietta di quasi tre anni. Giulio era diventato padre durante la sua prigionia in Germania.

Ripreso il servizio come Ferroviere a Roma Tuscolana e in attesa di ricevere un alloggio dalle Ferrovie, Giulio di adatta a vivere in un modesto locale vicino alla chiesa di San Giovanni a Roma, portandosi da Pescina anche la moglie Aquilina e la piccola Maria Antonietta. È qui a Roma, all’ospedale di San Giovanni che il 29 aprile 1948 nasce il secondogenito maschio a cui Giulio da’ il nome del padre Giuseppe (Venanzio, Rodolfo).

Dopo pressanti interventi ed evitando che qualcuno lo scavalcasse nella graduatoria per l’assegnazione dell’alloggio ferroviario, Giulio Cipollitti corona il suo successo ricevendo l’assegnazione di un appartamento a Viale regina Margherita in una zona centrale di Roma. Qui nasce il 27 gennaio 1952 il terzogenito maschio a cui Giulio da il nome di Gabriele. Il lavoro e la famiglia sono sempre stati i punti di riferimento di un uomo che amava l’allegria e la compagnia, tanto che un lungo periodo di tempo è stato vissuto facendo la spola tra Viale Regina Margherita e Centocelle, dove la madre vedova, Maria Luisa Di Mascio, viveva con i figli Mira, Mario e Didio.  Centocelle era il luogo che riuniva i fratelli Cipollitti che si erano ritrovati a vivere a Roma. C’era Tonino e Ottavio e spesso erano presenti anche Nino e Edio, in quel periodo all’estero.

A suon di sacrifici Giulio pretende che i figli studino, perché il “pezzo di carta” così lo chiamava lui il titolo di studio, era indispensabile nella vita. Instancabile lavoratore oltre a fare il Ferroviere, si arrangiava ad imbiancare qualche casa e soprattutto nel grandissimo scalo ferroviario di Roma Smistamento, vicino all’aeroporto dell’Urbe, dove era stato trasferito per servizio, aveva ottenuto in affitto dalle ferrovie degli appezzamenti di terreno da lui utilizzati come “orti” o aree per allevare conigli, galline, piccioni o raccogliere uova fresche, verdure, pomodori, fave, fichi, uva, ecc. Erano cibi genuini che lui offriva alla famiglia e non solo ad essa, e utile per far quadrare le spese altrimenti non sostenibili con il solo stipendio.

Il suo impegno verso la propria famiglia non è mai venuto meno e grazie anche alla moglie Aquilina che ha gestito con parsimonia e amore le risorse per mandare avanti l’intero gruppo famigliare. Oltre ad essere una ottima cuoca era una vera professionista nella lavorazione della lana e merletti tanto che è vero che tutti e tre i figli Maria Antonietta, Peppino e Gabriele hanno sempre indossato maglioni e vestiti fatti da mamma Aquilina.

Nel 1961 la famiglia di Giulio cambia casa, da Viale della Regina Margherita le Ferrovie (FFSS) assegnano al Ferroviere Giulio un alloggio molto più grande nel nuovo complesso edilizio dei Ferrovieri chiamato “Villaggio Angelini”, a Monte Sacro. Giulio riscatta l’alloggio messo in vendita dalle FFSS e diventa così anche proprietario. Nel frattempo eredita, tramite la moglie Aquilina, anche un appartamento a Pescina che, dopo essere andato in pensione nel 1972, sistemerà e frequenterà con amore, probabilmente rivivendo un passato a lui molto caro.

Purtroppo nel 1981 dopo un breve periodo di malattia muore proprio a Pescina il 21 agosto. E come tutte le cose che si capiscono soltanto nel momento in cui si verificano, anche la morte di Giulio fa emergere nei cuori dei suoi cari, Aquilina e figli, l’importanza di una presenza vitale ed indelebile dell’uomo Giulio che ha sempre dato in silenzio e generosità il suo calore umano e di padre, ma sicuramente anche di allegro fratello a cui era molto unito.

Così lo ricordiamo con immenso dolore anche a distanza di decenni dalla sua scomparsa, perché lui è ancora presente tra noi, con la sua allegria, con il suo altruismo, con il suo possente vigore e voglia di fare. La sua inarrestabile voglia di vita ancora continua.

Suo figlio Peppino


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